Shabbàt

Il giorno che dà senso a tutti gli altri

Rabbinato centrale Milano
SH-Parashòt

Behàr-Bechukkotài 5766

“Per sei anni seminerai il tuo campo… ma il settimo
anno la terra avrà uno Shabbàt di completo riposo…”
(Vayikrà 25, 3-4). Rabbì Mèir Simchà di Dvinsk, conosciuto
come il Mèshekh Chokhmà, commenta questi versi
collegandoli con quelli sulla creazione del mondo. L’anno
sabbatico corrisponde al riposo settimanale, cioè la mitzvà
di lasciar riposare il campo il settimo anno. Egli nota inoltre
un’altra corrispondenza fra la mitzvà della decima del
povero e l’espressione usata nella creazione. Soltanto nei
giorni terzo e sesto la Torà dice due volte ki tov: “Vide il
Signore che era bene”. A causa di questa ripetizione i nostri
Maestri hanno detto che nel terzo e nel sesto anno si deve
abbondare nel fare il bene. Sono infatti questi gli anni in
cui è stata fissata la decima per i poveri, il ma’asèr anì.

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