Shabbàt

Il giorno che dà senso a tutti gli altri

Rabbinato centrale Milano
SH-Parashòt

Behàr-Bechukkotài 5767

“I Miei Sabati osserverete…” (Vayikrà 26, 2). Su questo verso si domanda il commentatore cabalista Rabbì Hayim ben Attar, conosciuto con il nome dell’opera da lui composta Or Hachayim; perché mai il testo della Torà ritorna sul precetto dell’osservanza dello Shabbàt, essendo esso già stato detto varie volte? La risposta è che la Torà ha voluto intenzionalmente porre la mitzvà dello Shabbàt vicino a quella che la precede e che è “non fatevi degli dei”. Ciò per insegnarci che così come l’Avodà Zarà (il culto idolatrico) fa da contrappeso a tutta la Torà (come è scritto nel Talmud – Kiddushìn 40a – “chiunque la rinneghi – l’idolatria – è come se riconoscesse l’intera Torà”); altrettanto il precetto dell’osservanza sabbatica fa da contrappeso a tutta la Torà, perché è scritto, nel Talmud Yerushalmì – Berakhòt 1, 5 – che “lo Shabbàt pesa come tutte le mitzvòt messe insieme”.

Condividi:

«

»