Shabbàt

Il giorno che dà senso a tutti gli altri

Rabbinato centrale Milano
SH-Parashòt

Behàr Sinai 5771

“Per sei anni seminerai il tuo campo… ma il settimo anno la terra avrà uno Shabbàt di completo riposo…” (Vayikrà 25, 3-4). Rabbì Meir Simchà di Dvinsk, conosciuto come Mèshekh Chokhmà, commenta questi versi collegandoli con quelli sulla creazione del mondo. L’anno sabbatico, cioè la mitzvà di lasciar riposare il campo il settimo anno, corrisponde al riposo settimanale. Egli nota inoltre un’altra corrispondenza fra la mitzvà della decima del povero e l’espressione usata nella creazione. Soltanto nei giorni terzo e sesto la Torà dice due volte ki tov:  “Vide il Signore che era bene”. A causa di questa ripetizione i nostri Maestri hanno detto che nel terzo e nel sesto anno si deve abbondare nel fare il bene. Sono infatti questi gli anni in cui è stata fissata la decima per i poveri, il ma’asàr  anì.

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