Vayèshev 5773

“Il capo dei panettieri vide che aveva dato un’interpretazione favorevole”
(Bereshìt 37, 26). Il grande commentatore italiano Rabbì Ovadià Sforno commenta questo verso dicendo: Egli sperava che anche per lui desse un’interpretazione favorevole, perché è risaputo che la realizzazione dei sogni dipende dalla loro interpretazione, come dicono i nostri Maestri, il loro ricordo sia in benedizione, nel Talmud (Berachòt 55b) : “…i sogni vanno dietro alla bocca …”. Infatti è scritto più avanti (Bereshìt 40, 22): “Secondo l’interpretazione che Yosèf aveva loro data”.
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Vayishlàch 5773

“Venne Yaakòv integro …” (Bereshìt 33, 18).
Rabbì Menachem Mendel Schneerson, settimo Rebbe di Lubavich, ci fa notare che dopo tutto quello che Yaakòv aveva passato da suo suocero Lavan, e dopo l’incontro con suo fratello Esàv, la Torà sottolinea il fatto che egli fosse “integro”. Il grande commentatore, Rabbì Shlomò Itzhaki, conosciuto per il suo acronimo come Rashì, spiega che egli era “integro” nel corpo, vale a dire che era guarito dalle ferite che gli aveva provocato la lotta con l’angelo. Che era “integro” nelle sue proprietà e nei suoi beni materiali, nulla gli era stato sottratto. E che era “integro” nella Torà e nel suo modo di comportarsi.
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Chayè Sarà 5773

“La vita di Sarà fu…” (Bereshìt 23, 1).
Il grande commentatore italiano Rabbì Ovadià Sforno commenta questo verso dicendo: Sarà mori, dopo la nascita di Rivkà, colei che era degna di prendere il suo posto, e dopo che il fatto fu reso noto ad Avrahàm. Come dicono i nostri Maestri, il loro ricordo sia in benedizione, nel Talmud (Yomà, 38b): “Un giusto non se ne va da questo mondo se non è nato un altro giusto come lui”. Come è scritto in Qoèlet (1, 5): “Il Sole Sorge il Sole tramonta”.
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Vayerà 5773

“… Il tuo unico figlio quello che ami …” (Bereshìt 19, 2). Il grande Rabbì Yitzchak Meir Alter di Gur conosciuto come Baàl Chidushè Haarìm commenta questo verso dicendo: Il Santo Benedetto Egli Sia ha comandato ad Avrahàm di immolare il proprio figlio con tutto l’amore e con tutto l’affetto che egli provava per lui. Spesso può capitare che quando un uomo deve compiere delle azioni violenti, per osservare un comando divino, questi estirpi dal suo intimo ogni emozione e affetto. È detto nel Midrash Rabbà sullo Shìr Hashirìm : “Scuri come un corvo, sono quei Maestri che non hanno pietà dei loro figli”. Nonostante ciò, il Santo Benedetto Egli Sia, ha ordinato ad Avrahàm di adempiere a questo comando con tutto il suo cuore, con tutto il suo amore. Ed è per questo che questa è considerata la più grande delle prove a cui fu sottoposto Avrahàm Avinu.
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Lekh Lekhà 5773

“… L’Eterno gli apparve e gli disse: Io sono Iddio Onnipotente, procedi dinnanzi a Me e sii integro” (Bereshìt 1, 17).
Il grande commentatore italiano Rabbì Ovadià Sforno commenta questo verso “E sii integro” dicendo: Acquisisci la perfezione possibile al genere umano, che è capire e conoscere Me attraverso la conoscenza delle mie vie e imitandomi per quanto puoi. Infatti l’attività di ogni essere indica la forma che gli è propria, come è scritto: “Indicami le tue vie, così che io ti conosca” (Shemòt 33, 13). Questa è la perfezione ultima per il genere umano e lo scopo voluto dal Santo Benedetto Egli Sia, quando disse nella creazione: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” (Bereshìt 1, 26).
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