Shabbàt

Il giorno che dà senso a tutti gli altri

Rabbinato centrale Milano

Parashòt

Nasò 5772

Hashavua

“Faccia l’Eterno risplendere verso di te il Suo volto … Possa l’Eterno volgere il proprio volto verso di te … ” (Bemidbàr 6, 25-26).

È scritto nello Zohar ha-Kadosh che le lettere del nome di Dio che erano incise sullo tzitz – la placca d’oro che portava il Grande Sacerdote sulla fronte, si illuminavano e brillavano, e ogni ebreo che guardava queste lettere veniva preso da senso di timore e riverenza, il suo cuore si spezzava, e grazie a questo, i suoi peccati venivano perdonati. Ecco che questi versi della Torà chiariscono ciò che è narrato nello Zohar ha-Kadosh: “Faccia l’Eterno risplendere verso di te il Suo volto …” illuminando e facendo risplendere le lettere del Suo Santo Nome, così da far pentire i peccatori così da poter poi “… volgere il proprio volto verso di te … ”.

Dalla newsletter Hashavua del Rabbinato Centrale Milano

Bemidbàr 5772

Hashavua

“Parlò l’Eterno a Moshè nel deserto di Sinai …” (Bemidbàr 1, 1)

Ci fa notare il grande Maestro Rabbì Chayìm Yosèf David Azulai, conosciuto con il suo acronimo come Chiddà, che la ghematrià -il valore numerico, delle parole “Bemidbàr Sinai”, hanno lo stesso valore della parola “Shalòm” – pace, cioè 378. I nostri Maestri hanno già fatto notare nella Mechilthà che commenta la parashà di Yitrò, che quando le tribù d’Israele arrivarono nel deserto del Sinai, arrivarono unite, come è scritto (Shemòt 19, 2): “E si accampò lì Israele” come se fosse un’unica cosa, un unico uomo, un unico cuore. Grazie a questa unità i nostri padri meritarono di ricevere la Torà dalla bocca del Signore. Aggiunge il Chiddà a riguardo: visto che questa parashà viene letta tutti gli anni durante lo Shabbat  che precede la festa di Shavuòt, sembra ovvio che in tale periodo bisogna cercare di riappacificarsi con il prossimo prima della festa che ricorda il dono della Torà.

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Behàr-Bechukkotài 5772

Hashavua

“La terra allora darà i suoi frutti, ne mangerete a sazietà e abiterete tranquilli su di essa” (Vayikrà 25, 19).

Il grande commentatore della Torà, Rabbì Shlomò Itzchaki, conosciuto con il suo acronimo come Rashì, commenta questo verso dicendo: Se osserverete i precetti non vi preoccuperete della carestia e non temerete la siccità. Il grande kabbalista Rabbì Chayìm ben ‘Atar, conosciuto per il suo commento come ‘Or ha-Chayìm ha-Kadòsh, aggiunge  spiegando che: “… Ne mangerete a sazietà …” significa che la sazietà non è riferita alla quantità di cibo ingerita ma alla qualità di questo, il gusto il nutrimento e il sapore di questo faranno si che si abbia la sensazione di sazietà.

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Emòr 5772

Hashavua

… E verrò Santificato in mezzo ai figli d’Israele …” (Vayikrà 22, 32). Il grande commentatore della Torà Rabbì Shlomò Itzchaki, conosciuto con il suo acronimo come Rashì, commenta questo verso dicendo: “Dona tutto te stesso per santificare il Mio Nome”. Cioè sii pronto a offrire la tua anima e il tuo corpo per santificare il nome di Dio. A proposito di questo è narrato riguardo a Rabbì Elchanan Bunim Vasserman, che nel momento in cui i nazisti lo stavano per uccidere, egli si è rivolto ai suoi fratelli dicendo: “Sembra che nei mondi superiori ci abbiano considerato come degli tzaddikìm ghemurim – giusti completi, per questo siamo stati scelti per espiare con il nostro corpo sulla comunità d’Israele. E visto che così è dobbiamo subito fare teshuvà shelemà – ritorno completo verso Dio, così che il nostro sacrificio venga accettato dal Santo Benedetto Egli Sia, e che non vi sia in noi un pensiero estraneo da invalidare il nostro sacrificio, poiché dobbiamo sapere che in questo momento, stiamo adempiendo alla mitzvà più grnde che c’è in tutta la Torà”.

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Acharè Mot – Kedoshìm 5772

“… Che è fra loro in mezzo alle loro impurità” (Vayikrà 16, 16). Un giorno un apostata ha domandato a Rabbì Chaninà bar Chamà: E ora che il Bet Hamikdàsh – Santuario non c’è più voi siete sicuramente tutti impuri, visto che è scritto: “La sua impurità si trova sui lembi dei suoi abiti …” (Ekhà 1, 9). Gli rispose  Rabbì Chaninà: Vieni e guarda ciò che è scritto nella Torà d’Israele: “… che è fra loro in mezzo alle loro impurità”. Questo per insegnarci che persino quando i figli d’Israele sono impuri la Shekhinà – la Presenza divina è in mezzo a loro.