Le caratteristiche dello Shabbàt
Rav Scialom Mino Bahbout

Tra le seicentotredici mitzvoth, lo shabbath occupa un posto di rilievo che non ha eguali per l’importanza che esso ha sempre avuto sia nella tradizione normativa ed aggadica che nella vita ebraica della famiglia e della Comunità ebraica.
I Maestri affermano che sarebbe sufficiente che tutto Israele osservasse due sabati consecutivi per far venire il Messia. Tuttavia, poiché conoscevano bene le difficoltà connesse con un’osservanza completa dello shabbath, affermano che piu’ di quanto Israele abbia osservato (shamàr) il Sabato, il Sabato ha conservato (shamàr) Israele. Leggi tutto ›
Jacov e lo Shabbat (Vaishlach 5771)
Jonathan Pacifici – www.torah.it

“E giunse Jacov integro alla città di Shechem che è nella Terra di Kenaan nel suo venire da Padan Aram e si accampò dinanzi alla Città. Ed acquistò la parte del campo nella quale aveva piantato lì la sua tenda dalla mano dei figli di Chamor, padre di Shechem per cento monete. E piantò lì un altare e chiamo: ‘Iddio è D-o di Israele!’.” (Genesi XXXIV, 18)
Nella derashà su Vaishlach del 5761 abbiamo ricordato come secondo il Midrash, Jacov giunga a Shechem di venerdì, giusto in tempo per fissare il tchum, il limite invalicabile che definisce il luogo nel quale si è scelto di trascorrere lo Shabbat. Questo insegnamento parte dalla interpretazione della parola accamparsi, vajchan, che contiene le lettere della radice “nun” “chet” che indica il riposo dello Shabbat, ma anche la grazia del popolo ebraico.
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