Il mio nome è Asher Lev
Tratto da “Il mio nome è Asher Lev – Chaim Potok”, Garzanti 1991
Fissai il ricordo di mio padre e di me che ci dirigevamo insieme verso la sinagoga. Lui era così alto e io così basso e mentre camminavamo piegava la testa verso di me. Lo ritrassi mentre pregava, a casa, con il suo manto della preghiera e i tefillin, la mattina di quei giorni feriali in cui per qualche motivo non poteva recarsi alla sinagoga. Stava in piedi davanti alla finestra del soggiorno, con il capo coperto dal manto della preghiera, dondolandosi lievemente avanti e indietro, con soltanto la punta della barba rossa che sporgeva dal manto bianco a strisce nere.