Shabbàt

Il giorno che dà senso a tutti gli altri

Rabbinato centrale Milano

Kolot

Il Sabato di una laica

Tratto da Kolot del 21/10/2010

Traffico

Vera Rauch

Un antidoto allo stress quotidiano, all’assuefazione al consumismo, al logorio per l’arrivismo, alla generale nevrosi della vita moderna: cerchiamo di osservare il Sabato, come ci hanno insegnato i Maestri. Non nascondo che provengo da una famiglia assimilata tanto assimilata che quasi volevo preparare l’albero di Natale come facevano le mie amichette nell’anno 1945, quando mio padre mi disse con voce calma e persuasiva: Ma no… noi siamo ebrei e non facciamo l’albero di natale…

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Chi accenderà le candele del sabato al posto della nonna?

Tratto da Kolot del 13/10/2002

Cintura esplosiva

Saada Aharon aveva solo 20 anni quando, insieme ai suoi genitori, inizio’ ad impacchettare i suoi effetti personali. Era il 1952 e le porte dello Yemen si erano finalmente aperte per permettere loro di salire in Terrasanta. Il modesto villaggio che Saada chiamava “casa” non era solo il suo luogo di nascita, ma anche quello dei suoi genitori e dei suoi nonni. Le abitudini e la tradizione di osservare la Torah e i suoi comandamenti erano state tramandate di generazione in generazione, anche quando vivevano sotto la severa – spesso repressiva – dominazione araba. Il viaggio verso la Terrasanta fu lungo ma toccante. Saada si stabili’ con i suoi genitori in un insediamento insieme a migliaia di altri ebrei che erano arrivati dallo Yemen, dal Marocco e dall’Algeria nel corso dell’operazione Tappeto Magico, nome con cui viene chiamata l’immigrazione di massa di quel periodo.

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