Shabbàt

Il giorno che dà senso a tutti gli altri

Rabbinato centrale Milano
SH-Parashòt

Vayishlàch 5769

“Se Esàv verrà contro un accampamento e lo attaccherà, l’altro accampamento potrà mettersi in salvo” (Bereshìt 32, 9). Rabbì Shlomò Itzchaki, conosciuto con il suo acronimo Rashì, spiega questo verso in base al Midràsh: Yaakòv si preparò all’incontro con il fratello Esàv in tre modi diversi, non sapendo le intenzioni di suo fratello. Con i doni, con la preghiera e come ultima opzione con la guerra. Aggiunge a questo commento il grande Admor Rabbì Yeudàh Lieb di Gur, conosciuto per il suo commento chiamato Sefàt Emèt: queste tre cose che ci vengono insegnate da Yaakòv possono essere collegate a quanto detto nel primo brano dello Shemà’, e devono essere da guida per ogni ebreo per elevarsi spiritualmente. Nello Shemà’ è scritto: “E amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze” (Devarìm 6, 5). Con tutto il tuo cuore – si riferisce alla tefillà – la preghiera. Con tutta la tua anima – si riferisce alla guerra contro lo yetzer harà’ – l’istinto negativo che è in noi. Con tutte le tue forze – si riferisce ai doni – la tzedakà e ghemilùt chasadim – l’elemosina ai bisognosi e le azioni misericordiose verso il prossimo.

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